La crisi di Governo dopo il voto sulla Tav sembra portare alle elezioni in ottobre. Prima, però, bisogna sistemare i conti e scongiurare l’aumento dell’Iva.
ROMA – La crisi di Governo scoppiata dopo il voto al Senato sulla Tav ha innescato una serie di eventi poco prevedibili, considerando peraltro il mese in questione. La frattura tra i due partiti di maggioranza, M5S e Lega, è ormai insanabile: troppe differenze di vedute. Il premier Conte ne ha preso atto, recandosi al Quirinale da Mattarella.
Incombe l’aumento dell’Iva
Con la probabilità che si vada a elezioni anticipate in ottobre, appare evidente come il tempo stringa in maniera asfissiante. La questione più importante è quella che riguarda la clausola di salvaguardia, ossia l’aumento dell’Iva. Bisognerà infatti trovare 23 miliardi prima che dal primo gennaio venga ritoccata in maniera sensibile l’imposta sul valore aggiunto.
Governo tecnico?
Sul tavolo, in particolare del Colle, si valutano diverse ipotesi: una corsa contro il tempo. Il nuovo esecutivo non vedrebbe la luce prima di novembre e, quindi, avrebbe pochissime settimane per scongiurare l’aumento dell’Iva al 25%.
Da qui in aumento le quotazioni di un Governo tecnico che vari una manovra prima del voto: una sorta di legge di Bilancio in versione ridotta. La scadenza (di Bruxelles) è fissata alla metà di ottobre, mentre il disegno di legge vero e proprio va presentato alle Camere entro il 20 ottobre. Prima però andrebbe rivisto il quadro macroeconomico, con la nota di aggiornamento al Def, (entro il 27 settembre).
Le probabili date delle elezioni
L’escalation della crisi di Governo sembra puntare dritto alle elezioni anticipate. Stante il calendario e la necessità – causa italiani all’Estero – che passino circa 60 giorni, le date sul tavolo sono: 13, 20 o 27 ottobre. Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato chiaro: “Subito in aula, poi le elezioni“.
Spread in aumento
E, inevitabilmente, la crisi di Governo preoccupa i mercati. Lo spread tra Btp e Bund è in forte rialzo: il differenziale in netto aumento sin dai primi scambi è a 232 punti base con il rendimento del decennale al 2,731%.